L’ACCORDO SULLA BREXIT. La trattativa tra Unione europea e Regno Unito resta in stallo, i 27 leader UE hanno annullato il vertice straordinario annunciato per Novembre e si preparano allo scenario del “no deal”. Rimane il nodo “backstop”

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Fumata nera al vertice UE sulla Brexit: al termine della cena dei capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles, la trattativa tra Unione europea e Regno Unito resta in stallo, i 27 hanno annullato il vertice straordinario annunciato per Novembre e si preparano allo scenario del “non accordo”.

La posizione dell’UE

I leader UE, constatando che non sono stati fatti “sufficienti progressi” nelle trattative con il Regno Unito, hanno deciso di cancellare il vertice straordinario del 17 e 18 Novembre, ma “sono pronti a convocare un Consiglio europeo, se e quando il negoziatore dirà che sono stati fatti progressi decisivi”.

Durante la discussione a cena, i leader dei 27 hanno ribadito “la loro fiducia” in Michel Barnier come negoziatore e la loro “determinazione a restare uniti”. E hanno chiesto a Barnier di “continuare il suo sforzo per raggiungere un accordo sulla base delle linee guida” già adottate dall’UE. “Non ci siamo ancora, serve molto più tempo”, aveva detto lo stesso Barnier subito dopo l’intervento di Theresa May all’inizio della cena.

Il nodo “backstop”

Nel merito delle trattative, il nodo continua a essere legato al cosiddetto “backstop” sulla frontiera tra Irlanda e Irlanda del Nord, su cui le parti restano distanti. È il cosiddetto “piano B”, nel caso in cui alla fine del periodo di transizione – che si conclude nel Dicembre 2020 – le relazioni tra Unione europea e Regno Unito non siano ancora state determinate. È un tema che riguarda soprattutto il confine di terra tra Irlanda (un paese membro dell’Unione europea) e Irlanda del Nord (parte del Regno Unito).

Entrambe le parti concordano che in caso di un mancato accordo il confine fra le due Irlande rimanga libero, cioè che merci e persone possano continuare a circolare come avviene oggi, al fine di dare una garanzia all’Irlanda sul fatto che non sarà danneggiata da Brexit.

Il problema è che l’Unione europea e il Regno Unito non sono d’accordo su come attuarlo: secondo l’UE l’Irlanda del Nord dovrebbe di fatto restare nel mercato unico e i controlli doganali dovrebbero avvenire tra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito, mentre per la leader britannica Theresa May il piano dovrebbe prevedere che l’intero Paese resti nel mercato libero per un certo periodo di tempo anche dopo il Dicembre del 2020.

Lo scenario “no deal”

Francia e Germania continuano a mostrare “fiducia”, ma allo stesso tempo si preparano allo scenario “no-deal”, eventualità che il presidente del Consiglio UE, Donald Tusk, alla vigilia del vertice ha definito come “mai così probabile”. E che con il passare delle settimane si sta concretizzando.

Anche l’olandese Mark Rutte ha detto di essere “cautamente ottimista”, aggiungendo: “Non ci aspettiamo e non ci auguriamo” un mancato accordo, ma “abbiamo chiesto alla Commissione di lavorare con maggiore vigore su uno scenario di no-deal”.

La verità, ha sintetizzato la presidente lituana Dalia Grybauskaite, è che non c’è ancora da parte di May una posizione chiara su cosa voglia il Regno Unito: “Nel governo May non c’è una posizione chiara o una proposta chiara, ci dicano cosa vogliano”.

Le linee guida dell’accordo post-Brexit

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)