LA FINE DELL’ERA MAY. Nel Regno Unito, il neo leader Tory Boris Johnson ha ricevuto dalla regina Elisabetta II l’incarico formale come nuovo primo ministro britannico: l’obiettivo è un nuovo accordo con l’UE per la Brexit, confermata il 31/10

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Nel Regno Unito, il neo leader Tory Boris Johnson ha ricevuto dalla regina Elisabetta II l’incarico formale come nuovo primo ministro britannico. È il 14esimo premier accolto dalla 93enne Elisabetta II negli oltre 67 anni del suo lungo regno: il primo fu Winston Churchill, in una lista che comprende 12 uomini e due donne.

Le dimissioni di Theresa May

Theresa May si è recata a Buckingham Palace per rimettere il mandato nelle mani di Elisabetta II e per “suggerire” alla regina di incaricare Johnson di formare un nuovo governo. Nel breve discorso di saluto, la May, ancora una volta emozionata, ha rivendicato i risultati ottenuti, pur ammettendo che resta “molto lavoro da fare”, in particolare per attuare la Brexit. May ha augurato “ogni successo a Boris”: “Il successo di un governo è il successo del nostro Paese”, ha rimarcato la premier Tory uscente, riferendosi al suo successore come a un leader credibile per il Partito Conservatore e ribadendo “le più calorose felicitazioni a Boris Johnson” per la sua designazione. Il Regno Unito “è il Paese delle aspirazioni e delle opportunità”, ha quindi proseguito, ricordando di essere stata il secondo capo del governo donna nella storia nazionale dopo Margaret Thatcher. Le parole conclusive sono state di gratitudine: “un grazie” rivolto allo staff, al mondo politico, ai funzionari dello Stato, al popolo britannico e – con particolare commozione – al marito Philip, in piedi al suo fianco. “Continuerò a fare il mio dovere” come deputato “nell’interesse nazionale” e per contribuire a fare di questo Paese “un Paese che funzioni per tutti”, ha concluso la May.

Il discorso di Boris Johnson

Il 55enne, paladino della Brexit, subentra alla 66enne collega di partito Theresa May. Boris Johnson è entrato a Downing Street con un discorso dai toni assertivi in cui ha evocato “un nuovo e migliore accordo” con l’Unione europea sulla Brexit, ha insistito sul 31 Ottobre per l’uscita dall’UE e ha detto no “ai pessimisti” che non credono “alla nostra capacità di onorare il mandato democratico” del referendum del 2016: “Proveremo che i critici e i dubbiosi si sbagliano”, ha asserito il nuovo premier britannico, pur ricordando che ci sono solo 99 giorni di tempo. Poi ha definito “remota” la possibilità di un “no deal”, ma ha ribadito che bisogna esser pronti.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)