IL CASO REGENI. A due anni dall’omicidio del ricercatore italiano in Egitto spunta una lettera anonima attribuita al “presidente dei Servizi di informazione egiziani”. Celere la dichiarazione di falsità da parte della Procura: non sarà considerata prova

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L’ambasciata italiana in Svizzera, in un comunicato, ha riferito di aver ricevuto una lettera anonima sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano assassinato in Egitto due anni fa. La veridicità di tale lettera, però, è stata totalmente smentita dalla Procura generale egiziana. La Procura di Roma ha pertanto deciso di ignorarla e di non considerarla una prova nelle indagini. L’omicidio di Regeni, nonostante gli sforzi della magistratura e della diplomazia italiane e malgrado una forte mobilitazione popolare, resta ancora oggi senza colpevoli.

Il comunicato dell’ambasciata italiana in Svizzera

“La Procura generale egiziana ha ricevuto dal suo omologo italiano, il 22 Gennaio 2018, una lettera anonima” inviata “all’ambasciata italiana nella capitale svizzera Berna”. Il testo trasmesso è una lettera “attribuita al presidente dei Servizi di informazione egiziani, destinata ai servizi di informazione militari in Egitto, datata 30 Gennaio 2016, dove è scritto che i servizi di sicurezza egiziani avevano arrestato la summenzionata vittima”, viene aggiunto riferendosi al “cittadino italiano Giulio Regeni. La Procura di Roma ha chiesto alla Procura generale di prendere le misure necessarie circa la conferma delle informazioni di questa lettera”, è scritto ancora nel comunicato sul “Procedimento numero 643, anno 2016”.

La smentita della Procura generale egiziana

La Procura generale egiziana, in un comunicato, ha definito però “totalmente contraffatta” la missiva attribuita ai vertici dei servizi segreti egiziani in cui si parla dell’arresto del giovane ricercatore italiano.  “Questa lettera è totalmente falsificata e la Procura generale egiziana ha informato immediatamente il suo omologo italiano” su questa circostanza, “nel quadro della fruttuosa cooperazione fra le due parti”, si afferma nel comunicato.

La conferma della falsità da parte Procura di Roma

La Procura di Roma ha confermato di avere ricevuto dalla Procura generale d’Egitto una comunicazione nella quale si afferma che “dalle indagini è stata accertata con piena certezza e aldilà di ogni dubbio la falsità della lettera apparsa su alcuni organi di stampa italiana”. Falsità “sia in termini di forma – prosegue la comunicazione recapitata a piazzale Clodio – che di contenuto. Ritenuta pertanto la completa falsità della lettera è stato deciso di ignorarla e di non considerarla una prova nelle indagini”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)