La Turchia termina lo stato d’emergenza post-golpe, ma si annunciano misure legislative ancor più repressive

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In Turchia finisce lo stato di emergenza post-golpe dichiarato dal presidente Recep Tayyip Erdogan il 20 Luglio 2016, cinque giorni dopo il tentato colpo di Stato, tuttavia l’opposizione denuncia l’arrivo di nuove misure legislative ancora più repressive.  Il governo di Ankara ha infatti promesso di non cambiare rotta “per eliminare fino all’ultimo terrorista”.

Le misure straordinarie, che di solito durano tre mesi, sono state rinnovate per sette volte e sono rimaste in vigore fino all’una del mattino di giovedì, ora di Istanbul, comportando l’arresto di 80.000 persone mentre circa il doppio sono state allontanate dal lavoro e dalle istituzioni pubbliche. Oltre ai presunti golpisti, le purghe sono state estese ai circoli filo-curdi e dell’opposizione, colpendo giudici, insegnanti, attivisti, difensori dei diritti umani e giornalisti. Con un decreto pubblicato l’8 Luglio, il governo ha ordinato il licenziamento di altri 18.632 funzionari statali, compresi 8.998 agenti di polizia, 6.152 militari e decine di professori universitari.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)