La salma di re Vittorio Emanuele III è tornata in Italia: l’ombra del regime fascista di cui non ostacolò l’ascesa

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La salma di re Vittorio Emanuele III è tornata in Italia. Un velivolo dell’Aeronautica militare ha prelevato la bara ad Alessandria d’Egitto, dove giaceva nella cattedrale di Santa Caterina e, dopo una tappa intermedia, ha fatto scalo all’aeroporto di Cuneo-Levaldigi. La bara è poi giunta al Santuario di Vicoforte per una cerimonia, al termine della quale è stata posta accanto a quella della moglie Elena, già traslata nei giorni scorsi da Montpellier.

A chiedere al Presidente della Repubblica d’interessarsi per far rientrare in Italia le spoglie di Vittorio Emanuele III è stata la famiglia Savoia e Mattarella si è rivolto al governo per il supporto necessario.

Le polemiche

La Comunità ebraica però tuona: “Fu complice di quel regime fascista di cui non ostacolò mai l’ascesa. In un’epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine, anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari, tra cui gli 80 anni dalla firma delle Leggi Razziste”. Lo sottolinea la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

Sinistra e “Liberi e Uguali” chiedono perché sia stato usato un aereo dell’Aeronautica militare, un volo di Stato, che per Carlo Smuraglia “urta le coscienze”. Il nipote Emanuele Filiberto replica: “Da Savoia errori, ma guardare avanti”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)