LA QUESTIONE BREXIT. La Camera dei Comuni ha bocciato l’accordo ottenuto dalla premier Theresa May dopo due anni di trattative con l’UE. Lo scarto pesantissimo (202-432) innesca la mozione di sfiducia: incerti scenari da seguire passo dopo passo

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Tutto da rifare: l’accordo sul divorzio del Regno Unito dall’Unione europea raggiunto a Novembre dalla premier britannica Theresa May è stato bocciato il 15 Gennaio dalla Camera dei Comuni con 432 no (sono stati ben 118 i deputati Tories “ribelli”) contro 202 sì.

La mozione di sfiducia

Uno scarto di 239 voti, molto pesante per il governo, che fa da prologo alla mozione di sfiducia presentata dai laburisti. Se la May  dovesse perdere, avrà altri 14 giorni per calendarizzare un nuovo voto di fiducia: in caso di ulteriore  sconfitta, si aprirebbe automaticamente la porta a elezioni generali.

Le parole della May

Così Theresa May dopo la bocciatura dell’accordo sulla Brexit: “La Camera ha parlato e il governo ascolterà. È chiaro che la Camera non sostiene questo accordo, ma il voto non ci dice cosa invece la Camera sostenga. Non ci dice come si intenda onorare la decisione presa dal popolo britannico in un referendum. Per prima cosa, bisogna confermare se questo governo goda ancora della fiducia della Camera. Io credo di sì, ma è giusto che altri abbiano la possibilità di verificarlo, se vogliono. Se il governo otterrà la fiducia, terremo incontri in uno spirito costruttivo per arrivare a ottenere un sostegno sufficiente in questa Camera. Verranno discusse eventualmente nuove idee e il governo le esplorerà poi con l’Unione europea”.

La premier ha voluto poi dare due rassicurazioni: “La prima è per coloro che temono che la strategia del governo sia di tirarla per le lunghe fino al 29 Marzo. Non è la nostra strategia, ho sempre ritenuto che la soluzione migliore sia uscire in modo ordinato e con un buon accordo. Ho dedicato gran parte degli ultimi due anni a negoziare una simile intesa. La seconda rassicurazione è per il popolo britannico, che ha votato per lasciare l’Unione europea con il referendum di due anni e mezzo fa. Sono diventata premier subito dopo quel referendum, ritengo sia mio dovere realizzare le indicazioni dei votanti e intendo farlo. Ogni giorno che passa senza una soluzione a tale questione equivale ad ulteriore incertezza, ulteriore amarezza e ulteriore rancore. Il governo ha sentito quello che la Camera ha detto, ma chiedo a tutti i membri di ogni posizione di ascoltare il popolo britannico, che vuole vedere risolta tale questione. E chiedo di collaborare col governo per riuscirci”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)