È MORTO TOTÒ RIINA. Il boss corleonese è deceduto venerdì nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma. Nonostante la detenzione al 41 bis per omicidi e stragi, era ritenuto ancora il capo di Cosa Nostra. La CEI: “Non ci sarà funerale pubblico”

riina

Tempo medio di lettura: 3 minuti

riina

È morto Totò Riina. Il boss corleonese è deceduto alle 3:37 nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma. Proprio il giorno prima aveva compiuto 87 anni, il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva accordato ai figli il permesso di stargli vicino nella struttura sanitaria: operato due volte nelle scorse settimane, dopo l’ultimo intervento era entrato in coma.

Riina, per gli inquirenti, era ancora il capo di Cosa Nostra nonostante l’età, la reclusione e la malattia. Il capomafia era malato da anni, ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate tanto da indurre i legali a chiedere un differimento di pena per motivi di salute. Istanza che il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto a Luglio.

Riina stava scontando 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, gli attentati del ’92 in cui persero la vita Falcone e Borsellino e quelli del ’93, nel Continente. Sua la scelta di lanciare un’offensiva armata contro lo Stato nei primi anni 90.

Mai avuto un cenno di pentimento, irredimibile fino alla fine. A Febbraio scorso, parlando con la moglie in carcere diceva: “Sono sempre Totò Riina, farei anche 3.000 anni di carcere”. L’ultimo processo a suo carico, ancora in corso, era quello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, in cui è imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato.

L’autopsia e la sepoltura

Si è svolta sabato mattina l’autopsia sul corpo di Totò Riina. Sul decesso è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, escamotage evidente per consentire gli accertamenti medico-legali. Successivamente è prevista la visita dei familiari ed il probabile nulla-osta della Procura alla sepoltura nel cimitero di Corleone.

La CEI: “Non ci sarà funerale pubblico”

“Il portavoce della CEI ha detto con chiarezza che non è ipotizzabile che il funerale di Totò Riina sia pubblico. Per il resto mi auguro che la sua morte non voglia dire un abbassare la guardia rispetto a un problema grosso che evidentemente dietro e accanto a Riina ne ha tantissimi altri. Non ci sarà un funerale pubblico”. Queste le parole di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della CEI.

Il commento del presidente del Senato Pietro Grasso

“La pietà di fronte alla morte di un uomo non ci fa dimenticare quanto ha commesso nella sua vita, il dolore causato e il sangue versato. Porta con sé molti misteri che sarebbero stati fondamentali per trovare la verità su alleanze, trame di potere, complici interni ed esterni alla mafia, ma noi, tutti noi, non dobbiamo smettere di cercarla. Dopo le stragi Falcone e Borsellino, nell’autunno del ’92, Riina aveva deciso che sarebbe toccato a me”.

Il commento del ministro dell’Interno Marco Minniti

“Per la politica è venuta l’ora di firmare un patto di civiltà in nome della democrazia: tutti i partiti sottoscrivano un impegno solenne, un rifiuto esplicito di ricercare e ricevere il voto delle mafie”.

Il commento del ministro della Giustizia Andrea Orlando

“La firma della deroga al regime del 41 bis per permettere ai familiari di Totò Riina di incontrarlo è stato un gesto giusto, ma la sua morte non ci induca ad abbassare la guardia. Lo Stato in tutte le occasioni deve marcare la propria differenza e distanza dalla mafia e fare ciò che la mafia non ha fatto con chi è caduto sotto i suoi colpi, manifestando quella pietà che loro non hanno saputo esprimere. Non significa però sottovalutare il pericolo che ancora oggi la mafia rappresenta: muore un protagonista di una stagione, ma la stagione di oggi, seppur forse meno rumorosa e sanguinaria, non è meno pericolosa. La mafia sa cambiare, l’impressione che in qualche modo con questa morte si chiuda una pagina non ci deve indurre in alcun modo ad abbassare la guardia. Riina ha avuto un’assistenza sanitaria e cure adeguate fino all’ultimo momento, lo Stato ha garantito cifra di civiltà che corrisponde alla sua natura democratica”.

Il commento della presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi

“La fine di Riina non è la fine della mafia siciliana che resta un sistema criminale di altissima pericolosità. Totò Riina è stato il capo indiscusso e sanguinario della Cosa Nostra stragista. Quella mafia era stata già sconfitta prima della sua morte, grazie al duro impegno delle istituzioni e al sacrificio di tanti uomini coraggiosi e giusti”.

Il commento del Capitano Ultimo, Sergio De Caprio, che arrestò Totò Riina

“È una questione che riguarda lui, la sua famiglia e Dio. Non ho niente da dire”.

Il commento di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia

“Non gioisco per la sua morte, ma non posso perdonarlo. Come mi insegna la mia religione avrei potuto concedergli il perdono se si fosse pentito, ma da lui nessun segno di redenzione è mai arrivato. Per quello che è stato il suo percorso mi pare evidente che non abbia mai mostrato segni di pentimento”, ha aggiunto. Basta ricordare le recenti intercettazioni in cui gioiva della morte di Giovanni”.

Il commento di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia

“Ci saranno tante persone che gioiranno del fatto che Riina, morendo, non potrà più parlare e con la sua morte scompare un’altra cassaforte dopo quella vera scomparsa dopo la sua cattura”.

foto_stefania
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)