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Continua l’epopea del governo della Catalogna. Nella mattinata di lunedì l’ex presidente catalano Carles Puigdemont ha lasciato il Belgio, dov’è ormai da mesi in esilio volontario, per due giorni d’impegni in Danimarca. Immediatamente la Procura generale spagnola ha fatto richiesta per spiccare contro di lui un mandato d’arresto europeo, ma il giudice Pablo Llarena della Corte suprema spagnola ha respinto tale richiesta poiché, seppur ragionevole, ci sono sfumature che portano alla conclusione che un ordine di quel tipo debba essere rinviato.
Il commento di Puigdemont
Così da Copenaghen il leader secessionista catalano Puigdemont: “Non ci arrenderemo all’autoritarismo nonostante le minacce di Madrid, e presto formeremo un nuovo governo”, ha detto l’ex presidente della Generalitat catalana poche ore dopo l’annuncio ufficiale della sua candidatura alla presidenza della Catalogna, ovvero alla stessa carica rivestita prima della destituzione. “Madrid deve riconoscere che le forze indipendentiste hanno vinto le elezioni che Rajoy ha indetto e il governo illegittimo spagnolo sulla Catalogna deve finire: è ora di negoziare, porre fine alla repressione e cercare una soluzione politica”.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)