LA DECISIONE DELLA BCE: STOP AL QUANTITATIVE EASING. Prolungati gli interventi che da Ottobre scenderanno da 30 a 15 miliardi di euro al mese, ma a fine 2018 gli acquisti cesseranno. Draghi: “Ricostituire margini di manovra in finanze pubbliche”

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Il Direttivo della Banca Centrale Europea ha stabilito una proroga e quindi lo stop definitivo per il Quantitative Easing. La BCE ha infatti deciso di prolungare gli interventi che da Ottobre scenderanno da 30 a 15 miliardi di euro al mese. Poi, a fine 2018, gli acquisti cesseranno, mentre continuerà a essere reinvestito il capitale rimborsato sui titoli in scadenza “per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario”.

Il Direttivo della BCE ha lasciato invariati i suoi tassi d’interesse principali. Il “refi”, il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, resta a quota zero, mentre il tasso sui depositi, cioè quello che le banche pagano per depositare i loro fondi a Francoforte, rimane negativo a -0,40%. Invariato anche il tasso marginale a +0,25%.

La BCE ha tagliato le stime per la crescita del PIL dell’Eurozona nel 2018, che ora si assestano a +2,1%, mentre ha confermato quelle per il 2019 (+1,9%) e per il 2020 (+1,7%). I nuovi dati sono stati forniti da Draghi, dopo la riunione del Direttivo. La BCE ha inoltre alzato la sua stima di crescita dell’inflazione dell’Eurozona all’1,7% per il 2018, il 2019 e il 2020.

Le parole di Draghi

“Il Consiglio Direttivo ha concluso dopo un’attenta revisione che i progressi verso un aggiustamento sostenuto dell’inflazione sono stati finora sostanziali”, ha detto il presidente Mario Draghi, aggiungendo che la BCE resta pronta “ad aggiustare tutti i suoi strumenti nel modo appropriato per assicurare che la dinamica di inflazione continui” nel suo percorso di aggiustamento versi i valori obiettivo.

“Le incertezze legate a fattori globali, inclusa la minaccia di un maggiore protezionismo, sono diventate più importanti. Il rischio di un persistente aumento della volatilità del mercato finanziario richiede un attento monitoraggio”, ha detto Draghi riferendosi alla politica commerciale degli Stati Uniti. E poi: “I Paesi dell’Eurozona devono approfittare dell’attuale espansione generalizzata in corso per ricostituire margini di manovra nelle finanze pubbliche”, ha ribadito in conferenza stampa a Riga, sottolineando come “ciò è particolarmente importante per i Paesi in cui il debito pubblico resta elevato”. A tutti i Paesi, ha aggiunto, “gioverebbe intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)