IL G20 DI OSAKA. Le tensioni commerciali e geopolitiche si sono intensificate, con rischi per l’economia globale. Profonda divisione sul commercio e sui cambiamenti climatici: tutti contro gli Stati Uniti, unici a non voler sottoscrivere l’impegno

g20 osaka

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Il 28 e 29 Giugno 2019 si è riunito il G20 ad Osaka, in Giappone. Negli ultimi due anni il suo compito è diventato sempre più difficile perché il cuore della sua missione e del suo metodo di lavoro è contrastato dalla crisi delle relazioni internazionali, dal riemergere dei nazionalismi e della loro aspirazione ad affrontare i problemi con scontri bilaterali dove misurare le rispettive forze anziché farle convergere. Le organizzazioni multilaterali, dal WTO alla Nato, dal FMI all’ONU, sono indebolite.

La logica del G20

La logica del G20, che la guida giapponese ha ribadito, è quella di contrastare radicalmente questa tendenza dissolutiva delle relazioni internazionali affrontando le sue stesse radici: il tentativo – mal riuscito – è stato dunque quello di comprendere e risolvere le questioni e le tensioni che la globalizzazione mal governata ha suscitato finendo per far perdere fiducia ai governi e ai popoli circa il fatto che si possa guadagnare tutti dal convivere in società aperte e intimamente collegate.

Il comunicato finale

Nel comunicato finale del G20 si legge che “le tensioni commerciali e geopolitiche si sono intensificate”, sullo sfondo della disputa sui dazi tra Stati Uniti e Cina che pare però giunta a una tregua. Anche il tema del cambiamento climatico ha visto l’opposizione degli Stati Uniti, unici a non voler sottoscrivere l’impegno ad attuare pienamente l’accordo di Parigi.

Il G20 ha messo in scena una paradossale prova di unità: tutti contro l’America. Il comunicato ha infatti messo nero su bianco la profonda divisione sul commercio e sui cambiamenti climatici (un accordo 19+1, come al G20 di Buenos Aires). Dopo due giorni di discussioni, i leader delle più grandi economie del pianeta hanno avvertito che si sono intensificate le tensioni geopolitiche e sul commercio, con i relativi rischi per l’economia globale. L’elaborazione del comunicato, se si esclude il via libera al bando sulla plastica al 2050, ha dimostrato che il G20 sta migliorando la gestione della sfida dirompente di Trump, ma al prezzo di accordi deboli.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)