LA GUERRA IN PALESTINA. Continuano gli scontri presso la barriera difensiva tra Israele e Gaza: almeno nove i morti, tra cui un minore e un giornalista. Mazen chiede all’UE, all’ONU e alla Lega araba “di fermare questa brutale uccisione”

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Continuano gli scontri fra israeliani e palestinesi presso la barriera difensiva tra lo Stato ebraico e Gaza. Nel secondo venerdì della Grande Marcia del Ritorno, sono almeno nove i morti, tra cui un minore e un giornalista, mentre i feriti sono oltre un migliaio.

Le dichiarazioni dell’esercito israeliano

L’esercito israeliano ha dichiarato “zona militare chiusa” l’area della barriera al confine con Gaza, precisando che “qualsiasi attività nella zona suddetta necessita del nulla osta dell’esercito”. Questo provvedimento è stato adottato dopo che migliaia di palestinesi si sono riversati lungo il confine per il secondo venerdì della Grande Marcia del Ritorno. In un comunicato l’esercito israeliano ha fatto sapere che “si assiste a rivolte violente in cinque punti lungo il confine con la Striscia di Gaza alle quali partecipano centinaia di palestinesi”, precisando che le forze dello Stato ebraico “stanno usando mezzi per disperdere i manifestanti e stanno aprendo il fuoco, come da direttive”. E ancora: “L’esercito non permetterà che siano attaccate le reti di sicurezza o la barriera che proteggono i cittadini d’Israele e agirà di conseguenza contro i rivoltosi violenti”.

Le dichiarazioni di Abu Mazen

Il presidente palestinese Abu Mazen, però, ha condannato “le uccisioni e la repressione svolte dalle forze di occupazione israeliane a fronte della manifestazione di massa pacifica” sul confine di Gaza. In un comunicato della presidenza è stato chiesto all’UE, all’ONU e alla Lega araba “di fermare questa brutale uccisione e volontaria dell’esercito di occupazione a fronte di innocenti e indifesi che sono andati in una marcia pacifica per difendere il loro diritto di vivere”.

Le dichiarazioni dell’UE

Una nota di servizio di azione esterna all’UE, EEAS, riporta: “Almeno 9 palestinesi, tra cui un minore e un giornalista, sono stati uccisi a Gaza e centinaia di persone sono state ferite dal fuoco israeliano. Questi fatti sollevano seri dubbi sull’uso proporzionato della forza, una questione che deve essere affrontata. Devono inoltre essere chiariti i rapporti delle Forze di Difesa israeliane sul lancio di pietre e bombe incendiarie contro le loro posizioni e sui tentativi di attraversare la recinzione in Israele. L’UE si dice profondamente rattristata dall’ulteriore perdita di vite umane”, augura “una pronta guarigione a tutti i feriti” e ribadisce “la sua precedente richiesta per il massimo moderazione”. “La priorità ora deve essere quella di evitare ulteriori escalation e perdite di vite umane. Le fazioni palestinesi devono impegnarsi seriamente per consentire all’Autorità palestinese di riprendere la sua piena responsabilità a Gaza”, si legge ancora, “che è fondamentale per migliorare la situazione della popolazione di Gaza. L’UE è pronta a continuare a sostenere questo processo con tutti gli strumenti a sua disposizione”.

Gli scontri al confine con Gaza

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)