L’INCIDENTE AL GASDOTTO. L’esplosione nell’impianto di distribuzione in Austria ha causato preoccupazioni sui rifornimenti di gas in Italia. Il ministro Calenda: “C’è un grande problema di sicurezza degli approvvigionamenti, il TAP è necessario”

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Il flusso di importazioni di gas dalla Russia in Italia è stato temporaneamente interrotto a seguito di un incidente avvenuto martedì mattina nell’impianto di distribuzione del gas a Baumgarten, in Austria, che ha provocato un morto. Il terminal di Baumgarten è il principale snodo per la distribuzione del gas che arriva in Austria dalla Russia e dalla Norvegia. Con una capacità di 40 miliardi di metri cubi, l’infrastruttura inaugurata nel 1959 è uno dei principali hub gasieri in Europa centrale e serve anche il Nord Italia.

Come previsto in queste situazioni, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha dichiarato lo stato di emergenza, sottolineando che l’incidente dimostra “che abbiamo un problema serio di forniture, con una grande concentrazione dalla Russia”, e che il TAP, il gasdotto Trans-Adriatico in costruzione che dalla frontiera greco-turca attraverserà Grecia e Albania per approdare in Italia, dovrebbe servire proprio a contrastare questa concentrazione.

Successivamente, nella serata di martedì, Calenda ha dichiarato: “Abbiamo riserve per andare avanti 5-6 giorni in caso di chiusura totale delle forniture. Comunque questa notte si riaprirà la rotta dall’Austria. Gli stoccaggi sono stati intaccati in minima parte e hanno consentito di riequilibrare la situazione, ma questo dimostra che c’è un grande problema di sicurezza degli approvvigionamenti e bisogna aprire nuove rotte per il gas. Il TAP è necessario, abbiamo una dipendenza energetica del 45% con picchi di due terzi nella stagione fredda e non possiamo stare in questa situazione: già nel 2009 durante la crisi ucraina avemmo un problema molto più grande di questo: ecco perché il gasdotto TAP è fondamentale, perché è una diversificazione di fonte, peraltro fatta a spese di chi il gas lo porta, quindi non dello Stato, così come lo è l’Eastmed, l’altro gasdotto su cui stiamo lavorando, che porterà il gas da Israele. Dobbiamo avere più fonti di gas, che è la grande energia di transizione, visto che noi usciremo dalla produzione a carbone di energia elettrica, entro il 2025”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)