LA CRISI IN LIBIA. L’Italia del premier Conte sembra cambiare posizione: “Non siamo né a favore di Haftar né a favore di Serraj, ma a favore del popolo libico”. Poi il rinnovato invito a tutti i leader per lavorare a una soluzione politica

Tempo medio di lettura: 1 minuti

L’Italia del premier Giuseppe Conte sembra cambiare posizione a proposito della crisi in Libia. “Non siamo né a favore di Haftar né a favore di Serraj, ma a favore del popolo libico, riteniamo che il popolo libico stia aspettando da troppo tempo, che abbia il diritto di vivere in pace”, ha dichiarato  il presidente del Consiglio a Pechino.

In realtà – ha tenuto a precisare il premier, riferendo della telefonata avuta con il capo del governo di accordo nazionale Fayez Serraj – “non sostengo un singolo attore sullo scenario libico: l’Italia, il governo, mira a ottenere la stabilizzazione del Paese e riteniamo che per raggiungere questo risultato l’opzione militare non è assolutamente affidabile”.

Secondo Conte, “l’intenzione di Haftar, appoggiata da alcuni Paesi, di unificare il territorio libico, di unificare l’esercito, le forze di sicurezza, può anche avere una logica ispiratrice, una sua plausibilità, ma di fatto la nostra posizione si sta rivelando lungimirante alla luce della concreta evoluzione dello scenario libico: non è con l’opzione militare che si può stabilizzare la Libia. Per questo invito tutti i leader europei, mediorientali e gli Stati Uniti a considerare che dobbiamo lavorare a una soluzione politica che non può che passare da un cessate il fuoco, che deve essere immediato, auspichiamo che avvenga subito, perché se si dovesse protrarre questo scenario di conflitto armato la soluzione politica rischia di allontanarsi, perché la violenza genera violenza, rancore risentimento e più si protrae e più si allontana e diventa difficile recuperare la soluzione politica”.

foto_stefania
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)