LA SENTENZA DELLA TRATTATIVA STATO-MAFIA. Condannati Bagarella, Mori, Subranni, Dell’Utri, Cinà, De Donno e Ciancimino. Mentre saltavano in aria giudici, qualcuno nello Stato aiutava Cosa nostra a ottenere risultati che i boss chiedevano

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La Corte di Assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, ha comminato diverse condanne nel processo per la trattativa Stato-mafia, che giunge dopo quasi cinque anni di processo, circa 220 udienze e oltre 200 testimoni.

Per minaccia a corpo politico dello Stato, è stato condannato a 28 anni il capo mafia Leoluca Bagarella; a 12 anni gli ex vertici del ROS Mario Mori e Antonio Subranni, l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri e il boss Antonino Cinà; a 8 anni l’ex ufficiale del ROS Giuseppe De Donno.

Massimo Ciancimino, accusato di concorso in associazione mafiosa e calunnia dell’ex capo della polizia De Gennaro, ha avuto 8 anni. Assolto l’ex ministro Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza. Prescrizione per Giovanni Brusca.

Il commento del sostituto procuratore nazionale Di Matteo

“Che la trattativa ci fosse stata non occorreva che lo dicesse questa sentenza. Ciò che emerge oggi e che viene sancito è che pezzi dello Stato si sono fatti tramite delle richieste della mafia. Mentre saltavano in aria giudici, secondo la sentenza, qualcuno nello Stato aiutava Cosa nostra a cercare di ottenere i risultati che Riina e gli altri boss chiedevano. È una sentenza storica”. L’ha dichiarato il sostituto procuratore nazionale Nino Di Matteo dopo la sentenza.

Il commento del PM Teresi

“Questo processo e questa sentenza sono dedicati a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia”, ha detto il PM del pool che ha istruito il processo sulla trattativa Stato-mafia Vittorio Teresi, dopo la lettura del dispositivo. “È stata confermata – ha aggiunto – la tesi principale dell’accusa che riguardava l’ignobile ricatto fatto dalla mafia allo Stato a cui si sono piegati pezzi delle istituzioni. È un processo che andava fatto ad ogni costo”.

Il commento di Berlusconi

“Si tratta di una sentenza del tutto sconnessa dalla realtà, tuttavia se fosse assunto per vero l’impianto accusatorio io sarei offeso dal reato in quanto premier dell’epoca e totalmente estraneo ai fatti”. Così ha commentato Silvio Berlusconi, aggiungendo: “Io e il mio governo abbiamo sempre lavorato grazie all’azione delle forze dell’ordine e della magistratura per un forte contrasto di tutte le mafie”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)