LA QUESTIONE DELLA SIRIA. In poco più di una settimana circa 500 civili sono stati uccisi da bombardamenti delle forze del regime contro i ribelli di Ghouta Est. Il presidente russo Putin ha ordinato una tregua umanitaria dal 27/2

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Da domenica circa 500 civili, tra cui circa 121 bambini, sono stati uccisi da violenti bombardamenti delle forze del regime siriano contro la roccaforte dei ribelli di Ghouta Est. Lo riferisce l’Osservatorio siriano dei diritti umani. I bombardamenti siriani di lunedì sono stati “tra i peggiori nella storia della crisi attuale”, secondo quanto riferito da un medico locale, Abu Al Yusr.

Il coordinatore delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari in Siria, Panos Moumtzis, ha chiesto la “cessazione immediata” dei bombardamenti, ricordando che in questa regione circa 400.000 persone vivono in condizioni disperate. Invece da martedì i bombardamenti sono andati avanti, con le famiglie terrorizzate che cercavano di ripararsi come potevano. Centinaia di feriti sono continuati ad arrivare per ore negli improvvisati ospedali della regione, dove i letti non bastavano e i feriti, ha raccontato un giornalista dell’AFP, venivano curati sul pavimento. Il quotidiano siriano Al Watan, vicino al regime di Assad, ha riportato che gli attacchi aerei su Ghouta “sono il preludio di un’operazione su larga scala che può iniziare in qualsiasi momento”.

Il comunicato dell’UNICEF

L’ONU avverte che la situazione è fuori controllo. L’UNICEF ha diffuso un comunicato in bianco a indicare che, per tanto orrore, non ci sono parole. “Nessuna parola renderà giustizia ai bambini uccisi, le loro madri, i padri e i loro cari”, ha detto Geert Cappelaere, direttore dell’agenzia ONU per l’area mediorientale. Parole seguite da una pagina in bianco. E nel post-scriptum, un’aggiunta: “Non abbiamo più parole per descrivere la sofferenza dei bambini e la nostra indignazione. Coloro che stanno infliggendo queste sofferenze hanno ancora parole per giustificare i loro atti barbarici?”.

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU vota il “cessate il fuoco”

Fumata bianca per la tregua umanitaria in Siria: il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato all’unanimità una risoluzione che per “almeno 30 giorni” dovrebbe far cessare i bombardamenti in tutto il Paese, incluso il distretto ribelle di Ghouta. La tregua dovrebbe partire “senza indugi”. Il voto su un cessate il fuoco era stato rinviato a causa delle difficoltà riscontrate, nella trattativa sul testo, sul fatto che la bozza di risoluzione specificava quando la tregua dovesse cominciare. Il motivo per cui si è continuato a negoziare è che si è voluto evitare un veto da parte della Russia. Dopo ore di trattative, è quindi circolata una bozza modificata che chiede 30 giorni di cessate il fuoco “senza ritardi”, senza però precisare la tempistica. La Russia era contraria al fatto che la tregua dovesse entrare in vigore 72 ore dopo l’adozione del testo da parte del Consiglio ONU. La risoluzione chiede inoltre di consentire l’invio “in sicurezza e senza ostacoli” di aiuti e  l’evacuazione dei feriti e degli ammalati, e che venga posto fine all’assedio di “Ghouta Est, Yarmouk, Foua e Kefraya”. Il testo approvato prevede che il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres riferisca al Consiglio entro 15 giorni sul cessate il fuoco. In un’ulteriore concessione alla Russia la risoluzione chiarisce che la tregua non si applica alle operazioni contro gruppi come ISIS e al-Qaeda, oltre ad “individui, gruppi ed entità” associati a formazioni terroristiche. Dizione che potenzialmente lascia libero il regime siriano di proseguire l’azione a Idlib, l’ultima provincia non controllata da Damasco e nelle mani dei jihadisti.

Putin ordina la tregua umanitaria

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ordinato da martedì una tregua umanitaria a Ghouta Est, roccaforte dei ribelli alla periferia di Damasco da oltre una settimana sotto intenso attacco. Come ha annunciato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, “su istruzione del presidente russo, con l’obiettivo di evitare vittime civili a Ghouta Est, dal 27 Febbraio, dalle 9 alle 14, ci sarà una tregua umanitaria”. Shoigu ha anche fatto sapere che saranno aperti corridoi umanitari per permettere ai civili di lasciare il sobborgo, dove in poco più di una settimana sono morti oltre 500 civili a causa degli intensi bombardamenti governativi. Le coordinate dei corridoi umanitari, ha aggiunto Mosca, saranno annunciate nel prossimo futuro.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)