LA QUESTIONE DELLA SIRIA. La Turchia ha effettuato bombardamenti in un’area curda alla frontiera, controllata dalle Unità di protezione del popolo (YPG) a loro volta sostenute dagli Stati Uniti. Appello della Russia alla “moderazione”

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La Turchia ha effettuato bombardamenti in un’area curda nel Nord della Siria. Ribelli siriani appoggiati da Ankara hanno cominciato ad avanzare in direzione di Afrin, zona curda controllata dalle Unità di protezione del popolo (YPG) che l’artiglieria turca continuava a colpire, secondo l’agenzia di stampa di Stato Anadolu.

I rapporti fra Turchia e Stati Uniti

L’offensiva turca, battezzata operazione “Ramo d’olivo”, rischia di rendere ancora più tesi i rapporti fra Ankara e Washington: gli Stati Uniti infatti sostengono una coalizione arabo-curda, di cui fanno parte le YPG, per combattere contro l’ISIS. Un portavoce delle YPG ha affermato che dieci persone, per la maggior parte civili, sono state uccise in questi raid turchi. L’esercito turco ha dichiarato, da parte sua, di aver colpito solo dei “terroristi”, espressione con la quale designa i combattenti curdi.

Il commento della Russia

La Russia ha espresso preoccupazione e ha lanciato un appello alla “moderazione”, dopo l’annuncio da parte della Turchia di una offensiva terrestre e aerea nel Nord della Siria contro una milizia curda considerata da Ankara una organizzazione terrorista. “Mosca è preoccupata da queste notizie”, ha dichiarato il ministero degli Esteri in un comunicato. “Chiediamo alle parti in lotta di mostrare moderazione”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)