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Dopo la prima uscita internazionale al summit del G7 in Canada, il premier italiano Giuseppe Conte si è recato all’Eliseo per l’incontro con il presidente francese Emmanuel Macron su migrazioni e zona euro. I leader sono concordi sul fatto che servano riforme per affrontare le sfide, tuttavia sono emersi distinguo a cominciare dai numeri relativi alle migrazioni, fino alla responsabilità dei soccorsi in base alle zone di sbarco e al diritto internazionale.
Le parole di Macron
“Il nostro non è un Paese di primo arrivo, come l’Italia, ma un Paese dove donne e uomini migranti chiedono di arrivare. E quindi anche la Francia, come l’Italia, deve gestire questa grave crisi migratoria. L’Italia ha avuto un massiccio afflusso di migranti nel 2015 e nel 2016. Nel 2018 c’è stata una riduzione del 77% degli arrivi. La Francia non trae profitto da questa situazione. Se l’Italia nei primi quattro mesi del 2018 ha avuto 18.000 domande d’asilo, la Francia ne ha avute 26.000. Serve un approccio cooperativo e l’adozione di misure europee. Le risposte dell’Europa finora sono state inadeguate, perciò abbiamo deciso di rafforzare un lavoro di partenariato con altri Stati membri. Quando una nave arriva nelle vostre acque ve ne dovete fare carico. La Francia rispetterà sempre il diritto internazionale. La difficoltà dell’Italia non può risolversi bypassando il diritto internazionale, ma con un approccio cooperativo europeo”.
Le parole di Conte
Conte ha ribadito l’intenzione di “voltare pagina, cambiare strategie, rafforzare la protezione della vita umana, salvaguardando i diritti fondamentali”. E poi ha ribadito: “Il regolamento di Dublino deve cambiare”, ricordando che “l’Italia è fortemente contraria all’ipotesi di riforma in discussione e sta preparando una propria proposta da condividere con altri partner europei. Proponiamo un radicale cambio di paradigma: bisogna rafforzare a livello europeo i rapporti con Paesi di origine, per prevenire i viaggi della morte, dobbiamo creare centri di protezione già nei Paesi di origine e transito, avviare procedimenti di identificazione”. E soprattutto quello che propone l’Italia è un cambio radicale nel “concetto di stato di ingresso che va cambiato: chi mette piede in Italia mette piede in Europa, nessuno può pensare di lavarsi le mani rispetto ai problema dell’immigrazione. E quindi l’ipotesi su cui lavorare, per il governo italiano, è l’istituzione di hotspot nei Paesi africani d’origine – non solo la Libia ma anche quelli sahariani, come il Niger – per chiudere la rotta verso il Mediterraneo tutelando, al tempo stesso, le vite dei migranti”.
Conte ha infine annunciato un vertice italo-francese in autunno a Roma.
Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)