Il senso del gioco delle parti: l’Italia dei treni e delle elezioni, qual è la chiave?

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Amati Lettori,

l’Italia in questi giorni è sotto choc per l’incidente ferroviario verificatosi giovedì mattina a Pioltello: siamo alle porte di Milano, la grande Milano (pur con tutto il rispetto per le città più piccole e i paesi di campagna). Tre persone sono morte, 46 sono rimaste ferite. Come si può, nel 2018, morire ancora così…? Di chi è la responsabilità? È colpa del treno o della ferrovia? Quale ruolo ha l’uomo, il macchinista, nel disastro? Perché, davvero, tutto questo è successo?

pioltello

La Procura di Milano ha iscritto i vertici di Trenord e RFI nel registro degli indagati: si tratta di Maurizio Gentile, AD di Rete Ferroviaria Italiana, Umberto Lebruto, direttore di produzione di RFI, Cinzia Farisè, AD di Trenord, e Alberto Minoia, direttore operativo di Trenord. L’ipotesi di reato è grave: disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Queste prime iscrizioni, d’altronde, sono a garanzia degli stessi indagati, in quanto permetteranno loro di partecipare agli esami autoptici sui corpi delle vittime e agli accertamenti tecnici irripetibili nell’ambito della super consulenza disposta per accertare le cause della sciagura.

Conto alla rovescia per la prossima. La prossima volta che saremo qui, a piangere dei morti, dicendo che non dovrà succedere mai più, e invece accade sempre. Ci sarà una prossima volta, e questo fa male. Appresa la notizia di Pioltello, la memoria è corsa subito alla tragedia di Andria, in Puglia, avvenuta il 12 Luglio 2016: ventitré persone erano morte mentre si spostavano da un punto all’altro della Puglia. Dicemmo, allora, ch’era troppo semplice prendersela con quei treni e con la rete ferroviaria scadente – perché antiquata – che c’è nel nostro Paese. Troppo semplice proprio perché, se oggi parlo dei treni, domani dovrò parlare delle valanghe e dopodomani della falla di sistema che porta i terroristi a colpire. Molti giornalisti parlano l’indomani, e i politici ancora peggio.

La chiave, piuttosto, sta nel treno delle riforme ancora da compiere. E che non devono, possibilmente, restare solo parole che risuonano in campagna elettorale. C’è chi, per quel che ha potuto, qualche riforma l’ha realizzata. C’è chi, per quel che ha potuto, qualche riforma non l’ha realizzata. Siamo giunti a un momento decisivo per la Stagione politica che viviamo. È triste dirlo, ma questi fatti permettono ai leader di andare immediatamente in primo piano. È tempo, per tutti i candidati, di ritornare alla realtà, di ritrovare l’empatia col Paese, di smettere d’inseguire l’agenda e tornare a dettarla. Di mettere le mani sul dissesto idrogeologico, sulle strade, sulle ferrovie, sulle periferie, sulle povertà, sulle imprese in difficoltà e sulle cose che non vanno. La grande sfida della consapevolezza è quella che chi ci governerà deve assolutamente vincere: il nostro Paese non può permettersi alcun passo indietro, ma – ancor prima – il nostro Paese non può permettersi nemmeno quest’arretratezza.

Nelle ultime ore la politica si è concentrata sulle liste elettorali: da una parte c’è Renzi che punta sui fedelissimi sperando di fare un’azione di governo significativa, dall’altra c’è Berlusconi che fa il ragionamento opposto e inserisce nomi notabili, anche un po’ border-line ma sicuramente in grado di portargli quel punto percentuale in più. Da una parte e dall’altra prolificano le polemiche autoreferenziali interne alle coalizioni, mentre i Cinque Stelle non vengono quasi presi in considerazione dai media, se non per evidenziarne le contraddizioni all’interno dello stesso partito nel corso del suo breve corso di vita.

Il gioco deve smettere di funzionare in questa maniera. Vorremmo ritrovarci qui, all’indomani del voto, a non dover parlare di politici che giocano a spartirsi la torta, mentre c’è chi muore sul treno andando al lavoro. Ci piacerebbe che la Politica riconquistasse il ruolo che le spetta, e che – oltre a parlare di treni simbolici anche doverosi e utili – si occupasse dei treni veri, e di una realtà concreta sin troppo trascurata.

Buona Settimana!

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)