Il senso del voto: guardarsi allo specchio, cercando di riconoscersi

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Amati Lettori,

il senso di queste elezioni è estremamente chiaro. Può piacere o non piacere, ma questo è: il Movimento Cinque Stelle ottiene il 32% dei voti ed è il partito più votato d’Italia. La coalizione di centro-destra è avanti con il 37%, ma divisa al suo interno: clamoroso il risultato della Lega che supera Forza Italia, 17% contro il 14%. Vincono l’assistenzialismo con il reddito di cittadinanza promesso dai Cinque Stelle da un lato, e l’esasperazione nei confronti della gestione dei migranti, celebre cavallo di battaglia della Lega, dall’altro.

Entrambi i candidati premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, rivendicano per sé l’incarico di governo. In realtà la strada è ancora lunga e le tappe sono tante: il 23 Marzo ci sarà la prima seduta delle nuove Camere, dedicata alla proclamazione degli eletti e all’elezione dei nuovi presidenti. Successivamente, la scelta del gruppo di appartenenza e l’elezione dei capigruppo. Quindi, tra la fine di Marzo e l’inizio di Aprile, in corrispondenza della Pasqua, l’avvio delle consultazioni da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il nuovo governo: al Quirinale saliranno i presidenti delle Camere, gli ex capi dello Stato e i rappresentanti dei gruppi parlamentari. Al termine di tutto ciò il capo dello Stato deciderà il da farsi: incarico esplorativo (se la situazione dovesse essere ancora confusa) o incarico pieno, per formare il nuovo governo. Una volta ottenuta la fiducia dei due rami del Parlamento, il governo non avrà altri adempimenti da compiere e potrà dunque iniziare il lavoro.

Tutte le dichiarazioni di queste ore, che rivendicano per l’uno o per l’altro il diritto di governare, le ipotesi di maggioranza e quant’altro, sono aria fritta. È un equilibrio sospeso, ancora tutto da cercare e creare. Non fanno testo i punti da “prendere o lasciare” dei Cinque Stelle. Non fanno testo le idee di maggioranza da ricercare esclusivamente nel centro-destra, come dichiara la Lega. Chiunque riceverà l’incarico di governo dovrà riunire l’Italia, divisa fra centro-destra al Nord e Cinque Stelle al Sud.

Le elezioni ci fanno guardare allo specchio. Come già dicevamo, l’immagine che vediamo può piacere o non piacere. C’è da sperare che ci si riesca quanto meno a riconoscere, ma non è detto. Forse questi risultati rispecchiano ciò che istintivamente pensiamo, senza avere il coraggio di ammetterlo ad alta voce. Forse questi risultati sono una forma di protesta, che denuncia l’insopportabilità dello status quo. Forse questi risultati ci dicono che c’è bisogno di un nuovo inizio, ma servono tanta consapevolezza e responsabilità.

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Tanti dicono di voler cambiare le cose, non basta. Tanti dicono di voler rottamare, non basta. Tanti dicono di voler agire nell’interesse dei cittadini italiani, non basta. Non saranno i proclami a cambiare il mondo: servono piccole azioni concrete, giorno dopo giorno, per affrontare e superare i problemi che ci sono. Il futuro leader ci riuscirà…?

Tenendo nel cuore desideri e aspettative, auguriamo buon lavoro a tutti gli eletti.

Buona Settimana!

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)