One Planet Summit: alle porte di Parigi la “mini-COP21” per i finanziamenti contro il cambiamento climatico

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Il “One Planet Summit”, il vertice informale sul finanziamento di progetti a favore del clima voluto dal presidente francese Emmanuel Macron, si è aperto alle porte di Parigi a due anni esatti dalla COP21.

L’obiettivo è riunire attori pubblici e privati per trovare azioni concrete per il raggiungimento degli obiettivi sul clima prefissati due anni fa. Una cinquantina di capi di Stato e di governo si sono imbarcati lungo la Senna per raggiungere le migliaia di addetti ai lavori: governatori, sindaci, aziende, ONG, fondazioni benefiche, o anche star impegnate come Leonardo di Caprio o Marion Cotillar presenti all’Ile Seguin, l’isola di Boulogne-Billancourt dove si tiene l’evento.

Annunciato lo scorso luglio da Macron durante il G20 di Amburgo, il summit è co-presieduto dall’ONU e dalla Banca Mondiale. La giornata si è aperta con 4 tavole rotonde rispettivamente su finanziamenti pubblici, privati, accelerazione delle iniziative locali e regionali, rafforzamento delle politiche pubbliche per la transizione ecologica. Nel pomeriggio si sono tenuti gli incontri di alto livello con i leader.

La “mini-COP21” voluta da Macron è anche un modo di affermare la sua leadership su questo argomento. A inizio Giugno, in seguito all’annuncio del presidente statunitense Donald Trump di uscire dall’accordo di Parigi, egli deformò il motto di Trump “Make America great again” rilanciandolo in chiave ecologica – “Make our planet great again” – e invitò studiosi e ricercatori americani a lasciare la madre patria per lavorare in Francia.

Le parole di Macron

Per salvare il clima ogni attore della società deve impegnarsi ogni giorno. Oggi si gioca una nuova tappa della nostra lotta collettiva. Non dobbiamo sbagliarci, ma stiamo perdendo la battaglia. Con l’uscita degli Stati Uniti, l’accordo siglato nel 2015 alla COP21 di Parigi è più fragile e non andiamo abbastanza veloci”.

Le parole dell’ONU

Così il segretario generale ONU, Antonio Guterres: “La guerra contro i cambiamenti climatici non è ancora vinta. Sostenere le energie fossili, che rimangono ancora oggi molto pesantemente sovvenzionate, significa investire nella nostra perdita. Dobbiamo investire nel futuro, non nel passato”. Quindi l’invito affinché i Paesi ricchi onorino l’impegno di fornire 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2020, in particolare, per i Paesi in via di sviluppo. Il “treno del clima non aspetta, imbarco immediato, perché non c’è un piano B”.

Le parole della Banca Mondiale

La Banca Mondiale non finanzierà più, a partire dal 2019, l’esplorazione e l’estrazione di petrolio e gas. L’ha annunciato la stessa istituzione nel vertice sul clima a Parigi “One Planet Summit”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)