Oppenheimer: la necessità di entrare dentro il Tabù Nucleare in questo momento storico

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Oppenheimer, la locandina del film

Amati Lettori, buon Settembre e buona Stagione di nuovi inizi. Scelgo, oggi, di condividere con voi alcune riflessioni personali sul film Oppenheimer, scritto e diretto dal regista britannico Christopher Nolan, uscito nelle sale cinematografiche italiane il 23 Agosto 2023.

La trama

La pellicola racconta la vita del fisico statunitense Robert Oppenheimer e dell’invenzione della prima bomba atomica nell’ambito del progetto Manhattan.

La storia ha inizio nel 1926, con gli studi del giovane J. Robert Oppenheimer a Cambridge e a Gottinga, dove il dottorando ha l’occasione di incontrare grandi menti di fisici e scienziati del suo tempo. Ritorna poi negli Stati Uniti e inizia a divulgare la propria teoria sulla meccanica quantistica presso l’Università della California e al California Institute of Technology.

Siamo nel 1939: i progressi della Germania nazista nella ricerca sulla fissione nucleare spingono Oppenheimer a volerne replicare i risultati. Nel 1942 il fisico statunitense viene reclutato a guidare il progetto Manhattan: il programma di ricerca e sviluppo che porterà alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la seconda guerra mondiale.

Nel corso delle ricerche e dei lavori, i calcoli matematici rivelano una piccola possibilità (quasi zero, ma non zero) che una detonazione atomica possa innescare una reazione a catena e incendiare l’atmosfera. Oppenheimer, cupo e tormentato, si confronta con Albert Einstein il quale lo esorta a ricercare la verità e – qualora questa si rivelasse catastrofica – fermarsi e condividere le scoperte in modo che nessuno possa inavvertitamente distruggere il mondo.

Nonostante i rischi di varia natura il progetto prosegue e si arriva così al fatidico “Test Trinity”, effettuato con successo alla vigilia della Conferenza di Potsdam (l’ultimo dei vertici tra le potenze Alleate) in seguito alla quale il presidente statunitense Harry Truman ordina il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki costringendo il Giappone alla resa.

Oppenheimer diventa l’uomo più famoso del mondo: è l’acclamato “padre della bomba atomica”. Tuttavia l’immensa distruzione e le numerose vittime dei bombardamenti lo perseguitano: esorta senza successo Truman a limitare l’ulteriore sviluppo di armi nucleari e, in qualità di consulente dell’AEC (la Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti), Oppenheimer si pronuncia contro ulteriori ricerche nucleari ed in particolare contro la bomba all’idrogeno.

La posizione della voce scientifica all’epoca più autorevole diventa motivo di contesa nel mezzo della guerra fredda: animato da un acceso desiderio di vendetta personale, il presidente dell’AEC Lewis Strauss riesce ad orchestrare nell’ombra un’udienza senza oneri di prova volta strategicamente ad eliminare l’influenza politica di Oppenheimer.

Un profetico flashback mostra infine una conversazione tra Einstein e Oppenheimer, durante la quale quest’ultimo esprime l’amara consapevolezza di aver avviato una reazione a catena – la corsa agli armamenti nucleari – che arriverà a distruggere il mondo.

Il senso di Oppenheimer, in questo momento storico

Prometeo rubò il fuoco agli dèi, e lo dette agli uomini: questa citazione, che compare sullo schermo all’inizio del film, è la sintesi perfetta nonché la chiave di lettura del trionfo e della tragedia di Robert Oppenheimer, il “Prometeo americano”.

Le riprese del film sono iniziate nel Febbraio 2022 – curiosa coincidenza, forse, con l’inizio della guerra tra Russia e “mondo occidentale”, col pretesto dell’occupazione in Ucraina – e sono durate 57 giorni. Perché uscire con questo film, adesso?

Siamo in un momento storico nel quale il Tabù Nucleare comincia ad essere toccato: per questo abbiamo bisogno di entrare dentro il Tabù, per capire che cos’era e come abbiamo fatto ad averlo meno. L’opinione pubblica sembra sia già tendenzialmente avversa ad una guerra atomica, tuttavia più se ne parlerà e meno sarà inconsciamente contraria. Ecco perché serve, ora, che un film di successo che arrivi dritto alle menti delle persone per farle riflettere sul senso del limite: perché “si può sollevare la pietra, senza essere pronti per il serpente che viene rivelato”.

Qual è allora questo limite? Oppenheimer stesso dichiara di non saperlo e di essere semplicemente “dedito a pensare liberamente come migliorare il mondo”, salvo poi rendersi conto di “essere diventato morte, il distruttore di mondi”.

Nel film abbiamo l’occasione di percepire chiaramente le due menti di Oppenheimer: quella del giovane fisico motivato nelle proprie ricerche, progetti e sviluppi che crede – con il proprio lavoro – di assicurare una pace che il mondo non ha mai visto; e quella dell’altro Oppenheimer, costellata di terribili scrupoli morali che iniziano nel momento in cui gli è chiaro che avremmo finito per usare qualunque arma avessimo avuto a disposizione: la reazione a catena innescata dal “padre della bomba atomica” porterà a distruggere il mondo, e lui sente tutto il peso di tale responsabilità.

Per questo motivo l’orgoglio per il capolavoro scientifico è accompagnato da una profonda preoccupazione, che Oppenheimer esprime a gran voce al caro prezzo della distruzione sistematica della propria credibilità: la bomba atomica non è stato l’ultimo atto della seconda guerra mondiale, ma il primo atto della guerra contro la Russia.

E qui il cerchio si chiude. Come dichiara lo stesso protagonista nel film: “America e Russia possiamo paragonarle a due scorpioni in una bottiglia, ciascuno capace di uccidere l’altro ma solo a rischio della propria vita”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)