Preghiera per Nembro: quando la sofferenza diventa forza per rinascere dopo la pandemia

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È passato un anno. Un anno, passato ma presente e vivo nelle nostre memorie. Vivo: per ricordare i nostri drammi e i nostri morti. Uniti nella distanza, abbiamo combattuto e ancora stiamo combattendo.

È stato come navigare di notte su un mare nero e un cielo senza stelle.

Barbara Codalli, Direttrice Sanitaria della RSA di Nembro (BG)

A Nembro, piccolo paese della Bassa Val Seriana che quasi nessuno fino a un anno fa avrebbe saputo indicare sulla carta geografica, si può dire che non ci sia famiglia che non abbia avuto almeno un defunto. Dopo il 23 Febbraio 2020, Nembro è diventata la prima linea di una malattia sconosciuta venuta dalla pancia di un pipistrello cinese e da un mercato di Wuhan. Tutti adesso sanno dove sta Nembro e che cosa vi è successo, anche se non si è mai capito del tutto perché: se sia dipeso dalle sue connessioni industriali, oppure se sia dovuto al legame con l’ospedale di Alzano Lombardo, o se invece la fiammata sia ricollegabile alla predisposizione di Nembro alla socialità, allo “stare insieme”.

Centottantotto morti, novantaquattro nei primi quindici giorni del virus: Nembro ha 11.500 abitanti. In tempi normali, prima del Coronavirus, a Nembro morivano in media dieci persone al mese (120 decessi in tutto il 2019). Il tasso di mortalità è aumentato dell’810% ed è stato dell’1,63% rispetto alla popolazione. Nembro ha perso una generazione, la migliore.

Donne e uomini tutti importanti, uguali di fronte alla morte.

Claudio Cancelli, Sindaco di Nembro (BG)

Adesso che è passato un anno, che ci sono le inchieste della magistratura per epidemia colposa e omicidio colposo, che si comincia a capire che cosa è successo, forse si può ragionare meglio su quello che non ha funzionato. Il sindaco di Nembro, Claudio Cancelli, non vuole polemizzare ma qualcosa la dice: «Non potevamo aspettarci che le soluzioni arrivassero dall’alto. I malati spesso sono stati abbandonati in casa, abbiamo assistito al crollo della medicina territoriale. Noi davamo per scontato che ci avrebbero chiuso. Ma a Milano, a Palazzo Lombardia, aspettavano che si decidesse a Roma. A Roma, al ministero e a Palazzo Chigi, che lo dichiarasse la Regione. Mentre nei palazzi si tergiversava, Nembro bruciava».

Ci siamo riscoperti fragili, non protetti, insicuri di quello che ci aspettava e che stavamo vivendo. Il senso della solitudine nel vivere momenti drammatici. La rabbia nei confronti di chi doveva proteggerci.

Ho trovato persone che si sono interrogate sulle questioni più vere. Domande che vanno a toccare l’aspetto della fede, dell’essere limitati, finiti, fragili. Che cosa è il tempo? Qual è il valore delle relazioni e dell’incontro con l’altro…? Dove riponiamo le nostre sicurezze?

Don Matteo Cella, Curato di Nembro (BG)
“Preghiera per Nembro”, il libro di Marco Quaranta e Guy Chiappaventi

Uno spaccato drammatico autenticamente narrato nel libro “Preghiera per Nembro”, disponibile da oggi 23 Febbraio 2021 nelle librerie di tutta Italia e su Amazon.it. Un tributo a Nembro e alla sua collettività, che in un momento di difficoltà ha saputo reagire, dimostrando di essere una comunità che ha sofferto molto ma che ha fatto della sofferenza la propria forza, rimboccandosi le maniche e mettendosi in gioco per ripartire.

Attraverso le parole del giornalista romano Guy Chiappaventi e le immagini del fotografo nembrese Marco Quaranta si racconta la storia di un paese – Nembro, appunto – che da luogo sconosciuto ha raggiunto una tragica notorietà mondiale. Ma è anche la storia dei suoi volti, della sua comunità, delle persone che ci abitano e ci lavorano, delle loro anime e delle loro emozioni.

Fin dai primi giorni di lockdown Marco Quaranta ha sentito l’esigenza di testimoniare quello che dalla finestra di casa iniziava a vedere: Piazza della Libertà, fulcro del paese, completamente vuota, la Polizia Locale che fermava le persone per sapere dove stessero andando, i volontari della Protezione Civile che si spostavano nel paese per consegnare viveri e medicinali.

Più le strade erano vuote più comprendeva la necessità di rappresentare soprattutto chi quella situazione la stava vivendo in prima linea: la farmacista, il personale sanitario, la postina, i commercianti, i ragazzi dell’oratorio, la comunità parrocchiale, le autorità, i militari russi, i musicisti e tanto altro ancora. Per non dimenticare quegli sguardi, quei momenti, quei luoghi così tanto conosciuti ma così diversi. E così, dall’incontro con l’inviato al Tg LA7 Guy Chiappaventi è nato un racconto, la storia di Nembro, un paese che è stato dolore e impegno, lutto e resistenza.

Ho sentito molta empatia, mi son sentito vicinissimo a tutti quelli che stavano vivendo questo dramma perché destinati a essere senza nome, a volte senza una degna sepoltura, tutti o quasi senza un degno funerale. Bisogna che l’arte, la cultura, il senso civico ci permettano di ricordare tutti. Noi dobbiamo ricordare quanto silenziosamente siamo stati costretti a lasciare ad andar via i nostri anziani: questo è il grande insegnamento.

Enrico Mentana, Giornalista e Direttore del Tg LA7

Probabilmente, se c’è un senso finale da recuperare è il grande rispetto della salute dei nostri anziani, della “generazione migliore” che ci ha permesso di crescere sulle spalle della propria esperienza. Il ricavato del libro servirà proprio per sostenere la RSA di Nembro Onlus, che ad oggi si trova in forte difficoltà.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)