Un incendio devasta il Museo Nazionale a Rio. Il presidente brasiliano: “Duecento anni di lavoro perduti”

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Un grande incendio ha devastato il Museo Nazionale di Rio de Janeiro. Fondato circa 200 anni fa, il museo ospita reperti provenienti dall’Egitto, opere di arte greco-romana e alcuni dei primi fossili trovati in Brasile. Nessuno sarebbe rimasto ferito nel rogo, divampato durante la notte. Ancora non sono chiare le cause del rogo.

Le dichiarazioni del presidente brasiliano

Il presidente brasiliano Michel Temer ha dichiarato che è “un giorno triste per tutti i brasiliani. Duecento anni di lavoro, ricerca e conoscenza sono andati perduti”. Secondo il sito web del museo, migliaia di oggetti relativi alla storia del Brasile e di altri Paesi appartengono all’Università Federale di Rio de Janeiro e molte delle collezioni esposte erano appartenute a membri della famiglia reale.

La storia del museo

Il Museo nazionale di Rio de Janeiro, inaugurato dal re Juan VI del Portogallo il 6 Giugno 1818, è considerato il quinto più grande al mondo per la collezione esposta. Tra i suoi 20 milioni di pezzi, tra cui fossili animali imbalsamati, utensili indigeni e mummie, c’è anche il cranio di Luzia, una donna che ha vissuto nell’attuale territorio brasiliano 11.500 anni. Si tratta del fossile più antico dell’America Latina oltre che di uno dei più importanti reperti archeologici del continente. I resti ossei, rinvenuti nel 1974 a Lagoa Santa, appartengono ad una donna morta all’età di 20-25 anni, e che fu una delle prime abitanti del Brasile e la ricostituzione del suo volto ha rivelato tratti somatici simili ai neri africani e agli aborigeni australiani. A suo tempo la scoperta dello scheletro di Luzia spinse gli studiosi a correggere le principali teorie sul popolamento delle Americhe e a porre il reperto fra i “maggiori tesori archeologici” brasiliani.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)