IL VIAGGIO DI GENTILONI IN AFRICA. Il premier è intervenuto al quinto vertice Unione africana-Unione europea in Costa d’Avorio: “Soddisfazione per la riduzione dei flussi migratori irregolari negli ultimi mesi, incoraggiare accordi con i governi”

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Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, prosegue il viaggio in Africa: dopo Tunisia, Angola e Ghana è arrivato in Costa d’Avorio. Ad Abidjan, a margine dei lavori del summit Unione europea-Unione africana, Gentiloni ha incontrato il presidente della Costa d’Avorio Alassane Dramane Ouattara.

Il vertice Unione africana-Unione europea: investire nei giovani per un futuro sostenibile

Il quinto vertice Unione africana – Unione europea (UA – UE) si tiene il 29 e 30 Novembre 2017 ad Abidjan (Costa d’Avorio). Il 2017 è un anno determinante per le relazioni tra UE e Africa: sono infatti passati dieci anni dall’adozione della strategia comune Africa-UE.

Il vertice UA-UE rappresenta un momento chiave e un’opportunità per rafforzare i legami politici ed economici tra i due continenti. In occasione del vertice i leader africani e dell’UE discuteranno del futuro delle relazioni tra UE e Africa e si concentreranno sugli investimenti per i giovani. Si tratta di una priorità chiave per l’Africa e l’UE, dato che il 60% della popolazione africana ha meno di 25 anni.

Durante il vertice si discute di altre priorità del partenariato UE-Africa, tra cui:

  • pace e sicurezza
  • governance, compresi democrazia, diritti umani, migrazione e mobilità
  • investimenti e commercio
  • sviluppo di competenze
  • creazione di posti di lavoro
Le parole di Gentiloni al Summit

“Esprimo soddisfazione per i risultati straordinari negli ultimi mesi per ridurre i flussi migratori irregolari in mano ai trafficanti. I numeri sono impressionanti. Da Luglio a Novembre, siamo passati rispetto ai 102 mila del 2016 a 33 mila del 2017 in quei cinque mesi. Un crollo impressionante. Meno arrivi significa indebolire i trafficanti di esseri umani e rendere i flussi più gestibili dal punto di vista anche dell’accettazione sociale, ma anche meno morti in mare, che sono uno schiaffo per UE e Africa. È il risultato di diverse operazioni: rafforzamento della guardia costiera libica, nuovi accordi con le ONG, sostegno e investimenti alle comunità locali. L’Italia ha fatto la sua parte a testa alta e si augura che altri paesi africani diano il loro contributo. La strada è tracciata, bisogna rimboccarsi le maniche, mettere mano anche al portafoglio perché non è possibile che siano finanziate pressoché solo da Italia, Germania e UE, ho avuto disponibilità dei quattro Paesi di Visegrad a finanziare. Bisogna che ognuno faccia la propria parte su questa strada che l’Italia ha aperto. L’obiettivo è nel momento in cui riprendi almeno in parte il controllo del territorio e della linea costiera libica, nel momento in cui le autorità libiche riprendono almeno in parte questo controllo, contemporaneamente devi lavorare di più e meglio sulla politica dei rimpatri. Parliamo di questo non di deportazioni, parliamo di incoraggiare gli accordi con i governi. Siamo alla conclusione di una missione africana che ha toccato quattro Paesi, Tunisia, Angola, Ghana, Costa d’Avorio. L’obiettivo è semplicemente quello di continuare a riportare l’Africa in cima all’agenda internazionale, un impegno che l’Italia ha ripreso in mano con grande determinazione. Dal destino dell’Africa dipende anche il futuro dell’Europa”.

La scheda informativa sul partenariato Unione europea-Africa

Il viaggio di Gentiloni in Africa: la tappa in Ghana

Il viaggio di Gentiloni in Africa: la tappa in Angola

Il viaggio di Gentiloni in Africa: la tappa in Tunisia

Il senso delle nuove rotte

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)