IL G20 IN ARGENTINA. La crescita è meno sincronizzata e i rischi al ribasso sono aumentati, preoccupazione per gli scambi commerciali. I BRICS si oppongono al protezionismo, e pure l’UE non nasconde la tensione per i dazi voluti da Trump

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Nonostante le tensioni fra Stati Uniti ed Europa, il G20 tenutosi a Buenos Aires, in Argentina, ha trovato un accordo sul comunicato finale: “La crescita economica globale resta robusta e la disoccupazione ai minimi da un decennio. Ma la crescita di recente è meno sincronizzata e i rischi al ribasso nel breve e nel medio termine sono aumentati. Fra questi le debolezze finanziarie, le tensioni commerciali e geopolitiche, gli squilibri globali e le diseguaglianze” si legge nel documento, nel quale gli scambi commerciali sono ritenuti un motore della crescita e dell’occupazione.

La posizione dei BRICS

Un comunicato che comunque non stempera le tensioni esistenti. I “BRICS” (acronimo che in economia internazionale indica un’associazione di cinque Paesi tra le maggiori economie emergenti: Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), con una nota diffusa dalla Cina, si oppongono fermamente al protezionismo.

La posizione dell’UE

L’UE non nasconde la sua irritazione contro i dazi di Donald Trump e le sue accuse di manipolazione dei tassi di cambio: “La tensione fra le due sponde dell’Atlantico resta alta e rischia di salire ulteriormente” ha avvertito il commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici, descrivendo comunque un vertice “non teso”.

La posizione dell’Italia

Il G20 “è stata un’occasione per spiegare le intenzioni del governo italiano, e l’accoglienza è stata sempre molto positiva” ha dichiarato il ministro dell’Economia Giovanni Tria, spiegando la “volontà di applicare il programma del governo, mantenendosi ovviamente quei limiti di bilancio necessari per conservare la fiducia dei mercati ed evitare l’instabilità. Se la crescita rallenterà, è ovvio che le manovre economiche sono più complicate. Quello che abbiamo chiarito è che la manovra di bilancio terrà conto della necessità di iniziare l’implementazione graduale del programma di governo, ma si è anche chiarito che di fronte a un rallentamento non si faranno manovre pro-cicliche (ossia politiche di bilancio che, quando l’economia è in espansione, applicano lo stimolo di bilancio, facendo così aumentare il boom, quando invece l’economia attraversa una fase di contrazione, viene applicato un regime di austerità, esacerbando la recessione).

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)