LA QUESTIONE MEDIORIENTALE. Siamo entrati nella seconda fase della guerra contro Hamas: l’esercito israeliano aumenta le operazioni via terra stringendo da nord e da est Gaza City, verso quella che Israele considera la “testa della vipera”

Siamo entrati nella seconda fase della guerra contro Hamas
La seconda fase della guerra contro Hamas

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Siamo entrati nella seconda fase della guerra contro Hamas
La seconda fase della guerra contro Hamas

Siamo entrati nella seconda fase della guerra contro Hamas, secondo quanto dichiarato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Israele intensifica le operazioni via terra

L’esercito israeliano aumenta le operazioni nella Striscia di Gaza. Da nord e da est le truppe stanno cercando di stringere attorno a quella che è considerata l’enclave, la “testa della vipera”: secondo fonti israeliane, il quartier generale di Hamas si troverebbe sotto l’ospedale di Gaza City, che ospita però anche centinaia di civili palestinesi.

Hamas risponde con razzi su Israele

Dopo qualche ora di pausa, l’esercito fa sapere che è ripreso il lancio di razzi da Gaza verso le comunità israeliane a ridosso della Striscia, in particolare la cittadina di Netivot. Sarebbe la risposta di Hamas all’avanzata delle truppe israeliane.

L’ansia crescente per gli ostaggi

Nel frattempo cresce l’ansia per il destino degli ostaggi.

Così il portavoce dell’esercito Daniel Hagari: “La questione degli ostaggi non è solo una questione nazionale israeliana, ma è anche mondiale. Bambini, donne e anziani, israeliani e cittadini stranieri sono tenuti in ostaggio da un’organizzazione omicida che ha compiuto crimini di guerra e crimini contro l’umanità di dimensioni inaudite. Perciò, accanto allo sforzo di Israele per liberarli, il mondo e le organizzazioni internazionali hanno una responsabilità morale di garantire la loro incolumità e di fare il possibile per riportarli a casa”.

Il ministro degli Esteri e vicepremier italiano Antonio Tajani ha dichiarato che ”ci sono anche due donne incinte” tra i 14 italiani nella Striscia di Gaza: ”Stiamo seguendo minuto per minuto i 14 italiani, più i loro familiari, che non sono nella zona rossa e sono stati tutti contatti dal nostro consolato a Gerusalemme”.

L’ennesimo dossier segreto

Un ennesimo dossier arrivato sulla scrivania di Netanyahu sembrerebbe intanto confermare che tempo fa era già stato previsto quanto accaduto il 7 Ottobre.

All’indomani di polemiche seguite alla denuncia di Netanyahu di non aver avuto dall’intelligence militare né dalla sicurezza interna alcun preavviso circa l’intenzione di Hamas di sferrare un attacco in territorio israeliano, il quotidiano israeliano Yediot Ahronot rivela un documento segreto del ministero della Difesa israeliano, redatto nel 2016, che indicava l’intenzione di Hamas “di trasferire il prossimo conflitto nel territorio israeliano, mediante anche la occupazione di un insediamento e con la cattura di ostaggi”.

Secondo il giornale, fu l’allora ministro della difesa Avigdor Lieberman a consegnare il documento al premier Benjamin Netanyahu. Tuttavia, malgrado la gravità della minaccia, quell’avvertimento sarebbe rimasto lettera e morta e non fu più discusso in profondità né dai vertici politici né da quelli militari.

L’appello della comunità internazionale

Una telefonata del presidente statunitense Joe Biden chiede al premier israeliano Benjamin Netanyahu quanto espresso anche dalla comunità internazionale: rispettare il diritto di Israele di difendersi, ma al tempo stesso rispettare anche le regole di guerra permettendo ai civili di proteggersi.

Il Consiglio di Sicurezza ONU

Le conclusioni del Consiglio europeo

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)