La Sirenetta: un viaggio – tra “acque inesplorate” – alla scoperta di sé

La Sirenetta, la locandina del film

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La Sirenetta, la locandina del film

“La Sirenetta” è la storia di un’adolescente testarda e capricciosa, oppure di una ragazza ingenua e curiosa?

Sono questi due punti di vista – quello del genitore che osserva la figlia troppo interessata a un mondo che non le appartiene e quello della figlia dai mille “vorrei” – che continuano ad alternarsi ben bilanciati nel film “La Sirenetta”, uscito al cinema lo scorso Maggio e approdato sulla piattaforma Disney + all’inizio di Settembre.

La trama e i personaggi

“La Sirenetta” è il remake live action dell’omonimo film d’animazione Disney del 1989, basato sulla fiaba di Hans Christian Andersen. La trama dovrebbe essere, dunque, sufficientemente nota: onde per cui eviterò di dilungarmi nella cronistoria e proverò piuttosto ad offrirvi una chiave di lettura alternativa.

La storia della Sirenetta è il racconto di un viaggio alla scoperta di sé. Un sé che non riguarda, però, solamente la protagonista: per quanto sia la parte principale, la visione è molto più complessa e tanti di noi possono identificarsi nei pensieri e nelle emozioni dei diversi personaggi.

Nella profondità del mare abbiamo la sirena Ariel, figlia minore di Re Tritone, che freme per scoprire acque (e terre) inesplorate; il padre Tritone, sovrano di Atlantica, severo e iperprotettivo nei confronti della figlia Ariel, ma che arriva a dare la propria vita per salvarla e agisce sempre a fin di bene per ciò che crede la possa rendere felice; la zia esiliata Ursula – perfida e subdola “strega” del mare – che brama invidiosa il potere del fratello Tritone ed è disposta a tutto pur di ottenerlo attraverso l’inganno e la manipolazione.

Costanti e preziosi compagni di avventure – e disavventure – sono il pesce Flounder, migliore amico ansioso e fifone di Ariel; il fido granchio Sebastian, preposto suo malgrado a badare all’imprevedibile adolescente; la sula bassana Scuttle, che fornisce inverosimili quanto accurate descrizioni degli oggetti appartenenti agli umani che la Sirenetta ritrova sul fondo del mare.

In superficie, parallelamente, troviamo l’avventuroso principe Eric, che – come Ariel – sogna per sé una vita diversa da quella a cui sarebbe destinato; la madre adottiva Selina, Regina di un’isola dei Caraibi; e Sir Grimsby, primo ministro del regno nonché saggio e fedele confidente di Eric.

Il senso della Sirenetta, un film che parla a chiunque viaggi tra “acque inesplorate”

D’istinto vi direi che “La Sirenetta” è un film che incontra il suo pubblico ideale nelle donne fra i 35 e i 45 anni, cresciute guardando a ripetizione il film Disney del 1989: le “allora bambine” che hanno sognato di superare tutti i limiti insieme ad Ariel, che si sono spaventate e coperte gli occhi davanti alle angherie di Ursula e che hanno versato fiumi di lacrime nell’abbraccio finale tra la Sirenetta e l’amorevole padre Tritone.

Credo siano loro le destinatarie per eccellenza, poiché col passare degli anni riescono a cogliere e ad accogliere con uno sguardo nuovo non solo tutto ciò che aveva lasciato un segno indelebile nella loro infanzia, ma anche tutte le sfumature dei punti di vista altrui: la preoccupazione e l’apprensione genitoriale, il desiderio di vendetta e l’assenza di scrupoli di chi agisce per fini personali, il buon cuore e la generosità di coloro che ci sono accanto ogni giorno della nostra vita.

Tuttavia, sebbene possano storcere – e non poco – il naso, ritengo che questo film vada visto con occhi critici e mente aperta anche e soprattutto dalle adolescenti di oggi: quelle adolescenti che – come Ariel – vorrebbero poter uscire dal mondo che conoscono e fare nuovi incontri, nuove esperienze; quelle adolescenti che – come Ariel – a malapena  sopportano le regole e il controllo dei propri genitori; quelle adolescenti che – come Ariel – sognano l’amore vero e non vedono le insidie disseminate lungo la strada per arrivare alla meta.

Le migliori citazioni de “La Sirenetta”

Per concludere questo articolo, vorrei proporvi un gioco: in quali delle seguenti citazioni vi riconoscete? Sono tutte frasi tratte dal film “La Sirenetta” e sono, a parer mio, la migliore dimostrazione in pillole che questa è una pellicola adatta alle generazioni che quotidianamente si scontrano e si confrontano viaggiando perennemente in acque inesplorate. Spero vi possano incuriosire e convincervi, se ancora non l’avete fatto, a rileggere la storia – quella della Sirenetta, e la vostra personale – superando tutti i pregiudizi.

“Ho ben altro da fare che stare alle costole di un’adolescente testarda e capricciosa”.

“Perché devi essere così testarda?”.

“Ma lassù, cosa mai ci sarà?”.

“Fuori dal mar, come vorrei vivere là”.

“Oh no, no! Ma che le dice la testa?”.

“Là fuori c’è qualcosa che mi chiama, per questo ho intrapreso questo viaggio”.

“Il sogno mio si avvererà: quando accadrà io non lo so, ma del tuo mondo parte farò”.

“Se solo ti guardassi intorno, vedresti che il nostro mar è pieno di meraviglie: che altro tu vuoi di più?”.

“Qualcuno dovrebbe incollare sul fondo le pinne di quella ragazza”.

“Questa sua natura mi inquieta”.

“La tua ostinata sfida alla sorte deve terminare: tu hai delle responsabilità, qui ed ora”.

“Non so proprio come orientarmi, so che il tempo passa ma non può cambiarmi: vivrò la mia vita tra acque inesplorate”.

“È distratta, sogna ad occhi aperti e sparisce per ore”.

“Hai infranto le regole. La storia finisce qui, è per il tuo bene. Non osare allontanarti”.

“Vattene via”.

“La vita è piena di scelte difficili”.

“O nuoti, o anneghi: nuota! Devi farcela con le tue gambe”.

“La scelta ha conseguenze, e ormai altra via non c’è”.

“Vorrei tanto che il tuo sogno si avverasse, lo sai piccola?”.

“Che cosa ho fatto?”

“Non lasciatevi frenare da come pensate debba essere, pensate solo a come è”.

“È ciò che voglio?”.

“Non ho un posto in cui far ritorno”.

“Non puoi arrenderti così”.

“Non mi capisco nemmeno io. Io non lo so cosa volevo”.

“La tua felicità significa tutto per me”.

“Padre, mi dispiace”.

“Hai dato la vita per me”.

“E tu hai lottato per restituirmela”.

“Ho sempre cercato di fare il bene e ho fatto tutto ciò che è in mio potere per renderla felice”.

“Vuole una vita diversa da quella che pensavo per lei”.

“Ha provato a dirvelo”.

“I giovani devono essere liberi di scegliere il loro avvenire”.

“Quanto sentirò la sua mancanza…”.

“Ora voi due andate e cambiate il mondo”.

“Grazie di avermi ascoltata”.

“Ti voglio bene, papà”.

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Stefania Barcella
Giornalista iscritta all’albo dei pubblicisti della Lombardia (IT)